SCORREVOLE 2

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2016-04-25

"WIRELESS" UN LIBRO SULL'AVVENTURA UMANA E SCIENTIFICA DI GUGLIELMO MARCONI

 La connessione globale che ormai diamo per scontata ha un inizio davvero avventuroso. In piena era positivista, verso la fine del secolo XIX, scienza, progetti “visionari”, politica e imprenditoria selvaggia fanno da sfondo all’avventura umana, tecnica e imprenditoriale di un ragazzo di campagna del bolognese, dal curriculum studi tutt’altro che brillante ma che ebbel’intuizione e il coraggio di dare compimento pratico a studi scientificiteorici e di laboratorio che i grandi scienziati del tempo, Maxwell e Hertz, avevano condotto su elettricità e magnetismo. Quel ragazzo era GuglielmoMarconi e oltre all’intuizione e alla “visionarietà” ebbe dalla sua un padre benestante, conservatore ma fiducioso nelle capacità del figlio e una madre di nobili origini irlandesi, la cui famiglia era bene introdotta nelle alte sfere politiche e commerciali della Gran Bretagna vittoriana. E’ questo lo scenario narrato nelle prime pagine di “Wireless”, una biografia dal ritmo incalzante scaturita dalla penna di Riccardo Chiaberge giornalista e scrittore che vanta al suo attivo diversi altri libri di divulgazione scientifica. Scrivere la biografia di una gloria nazionale come Guglielmo Marconi espone a molti rischi: da una parte si può cadere nella trappola dell'agiografia e dall’altra di esasperare i contenuti critici. In entrambi i casi il formarsi di fazioni l’un control’altra armata è inevitabile in un Paese dove ormai ci si divide su tutto, semplicemente per partito preso. In realtà Guglielmo Marconi prima che un’icona è una persona in carne e ossa con tutta la forza e la debolezza che da questo può scaturire. Personalmente ho molto apprezzato questa biografia di Chiaberge proprio perché mette in rilievo l’umanità di questo personaggio e senza erigere altari o gogne, ne mette in evidenza il genio e l’intelligenza ma anche le debolezze e i compromessi a cui è dovuto o voluto scendere. Ancora oggi ci sono accese polemiche di sapore nazionalistico e decisamente retrò sulla invenzione della radio. Nel libro vengono citati ovviamente anche gli altri studiosi a cui da più parti viene attribuita la paternità di questa invenzione, primo fra tutti il russo Popov, ma anche Tesla, l’indiano Bose e altri personaggi chehanno sperimentato la diffusione delle onde elettromagnetiche ma non ne hanno colto per tempo la potenzialità globale a livello pratico persi magari in prospettive troppo astratte per avere seguito.La forza di Marconi sta proprio nella sua “debolezza” accademica. Lui non ha seguito un corso di studi regolari, non si è mai laureato ma ha perseguito fin dagli esordi di Villa Griffone lo scopo di comunicare con le onde elettromagnetiche. Quando le comunicazioni senza fili diventeranno un business saranno in molti ad uscire dall’ombra e rivendicare la primogenitura di questo o quel dispositivo. Guglielmo Marconi però non è il povero emigrante Meucci al quale è stato fin troppo facile scippare il brevetto del telefono, lui alle spalle ha una famiglia ben introdotta nella società inglese di fine XIX secolo e lasciata la sfittica scena dell’italietta umbertina inizia oltremanica una carriera tecnica e imprenditoriale straordinaria. Grazie ai buoni uffici dello zio e i finanziamenti del padre fa brevettare le sue invenzioni e non si lascia trovare impreparato dalla controffensiva di buona parte dell’establishment britannico che vede come il fumo negli occhi questo strano italiano arrivato a dettar legge nella nazione più ricca e progredita d’Europa, per non parlare poi della guerra che contro di lui scatenano le compagnie dei cavi telegrafici transatlantici che vedono il loro business messo in serio pericolo. Questa è la parte più entusiasmante della biografia di Chiabergè con un mix di avventure tecniche, economiche e politiche che proiettano Marconi nell’Olimpo degli eroi moderni agli albori del XX secolo e che vedono la sua apoteosi con i tre punti della lettera “S” captati in maniera quasi fortunosa a Signal Hill sull’isola di terranova, la prima trasmissione transoceanica senza fili. Di pari passo viene anche narrata la vicenda umana di Marconi certamente non insensibile al fascino femminile con molte avventure, fidanzamenti annunciati con clamore e successivamente rotti e infine il matrimonio con Beatrice O’Brien, sua prima moglie, dalla quale avrà tre figli. Sulla vita sentimentale e familiare di Marconi Chiaberge non fa sconti: fu un marito e padre poco presente sia per i continui viaggi in tutto il mondo per installare le stazioni radio delle sue“Company” che per le numerose avventure collezionate ad ogni occasione. Tanti si ma anche qualche no eccellente come quello ricevuto dall’attrice Francesca Bertini considerata all’epoca la donna più bella del mondo. Tra amori più o meno clandestini, litigi con la moglie Beatrice, esperimenti esaltanti e feroci battaglie legali per i brevetti si arriva al 1909 con l’assegnazione del premio Nobel perla fisica condiviso suo malgrado col grande scienziato tedesco Karl Ferdinand Braun che aveva condotto ricerche analoghe a quelle di Marconi che tra l’altro condurranno alcuni decenni dopo alla realizzazione dei primi apparecchi televisivi. Proprio per affrancarsi dal monopolio Marconi il reich guglielmino impone la fusione di tutte le aziende elettroniche tedesche che confluiscono nella Telefunken. Si può quindi ben immaginare lo stato d’animo con il quale i due rivali ritirano insieme l’ambito premio ! Nel 1912 il nome di Marconi viene trascinato in un affaire di insider trading. In vista di una imminente commessa da parte del governo britannico un dirigente della sua company fa acquistare ad alcuni ministri del governo incarica delle azioni della società che dopo l’assegnazione dell’appalto vanno alle stelle. Ne nasce una campagna politico scandalistica che termina con due commissioni d’inchiesta e una classica auto assoluzione dei ministri interessati. Viene altresì appurato che Marconi non ha avuto nessun ruolo in questa vicenda e la sua reputazione non ne soffre. Il 1912 è anche l’anno dell’affondamento del Titanic. Marconi e la sua famiglia sono stati invitati dalla società armatrice per il viaggio inaugurale ma per una serie di circostanze ne lui ne la moglie salgono sul lussuoso transatlantico. Dopo la tragedia del Titanic governi e compagnie assicurative impongo l’installazione obbligatoria di stazioni ricetrasmittenti su tutte le navi che superano una certa stazza e così crescono fama e guadagni. Il vero spartiacque della vita di Guglielmo Marconi è costituito dalla prima guerra mondiale. Marconi vi partecipa come ufficiale e ovviamente cura tutto ciò che riguarda le comunicazioni radio dell’esercito italiano. Nel primo dopoguerra viene inviato da Giolitti a Fiume per cercare di convincere il suo amico Gabriele D’Annunzio a desistere dall’avventura istriana e invece Marconi una volta sul posto incita l’amico poeta a tenere duro anche con un pubblico proclama. Dopo la marcia su Roma Marconi aderisce al partito nazionale fascista, instaura un rapporto diretto con Mussolini che non esiterà negli anni a venire a utilizzare massicciamente la figura dell’inventore per la propaganda di regime. E’ la fase conclusiva della sua vita. La più triste,specie se la paragoniamo alle esaltanti realizzazioni di qualche decennio prima. La sua vita privata è in fase discendente. Proprio nel territorio ancora libero di Fiume, dove è ancora consentito, divorzia da Beatrice O’Brien che dopo 20 anni di matrimonio proprio non ne può più di quel marito as
sente e donnaiolo. Nei ranghi del regime Marconi si trova bene anche se, per citare Mozart, a lui viene destinato “molto onor, poco contante”. Una legge “ad personam” mette fine alla vicenda del fallimento della “Banca di sconto” di cui l’inventore è presidente e inizia la scalata all’Accademia d’Italia e al CNR. Operando in queste due istituzioni Marconi cerca di ridare fiato alla ricerca e all’industria nazionale, cerca di favorire come può Enrico Fermi e il suo gruppo di via Panisperna, ma al di là dell’enfasi nazionalistica con cui viene pubblicamente osannato, di risorse pe rla scienza nazionale ne vedrà ben poche. E’ in questo periodo che Marconi lavora sul sistema di radiolocalizzazione a microonde che negli anni a venire verrà perfezionato e denominato radar. Una leggenda popolare, peraltro alimentata dal regime, vuole che lo scienziato stia lavorando a un misterioso “raggio della morte” una terribile arma segreta che dovrebbe far tremare i nemici dell’Italia.Un altro corposo capitolo di gossip è costituito dal suo secondo matrimonio con la nobildonna romana Maria Cristina Bezzi Scali che comporta un laborioso annullamento del primo matrimonio da parte della Sacra Rota e la sua conversione al cattolicesimo con buona pace della ormai defunta madre che lo aveva educato secondo i principi della confessione valdese. Nel 1935 fa un altro tour all’estero per perorare le ragioni dell’Italia nell’occupazione dell’Etiopia e in Inghilterra la “sua” BBC gli nega addirittura i microfoni. La parabola di Marconi è ormai nella fase discendente. La salute lo sta gradualmente abbandonando e i problemi cardiaci si fanno sempre più frequenti. Attorno a se vede che dei progetti ambiziosi che aveva nutrito per la scienza italiana si sta realizzando ben poco e sul fronte politico mal sopporta l’avvicinamento dell’Italia alla Germania. In questa situazione quanto altro tempo avrebbe resistito in Italia ? Tre giorni prima di morire il 17 luglio 1937 Marconi si reca a Castel Gandolfo dove ha un colloquio privato con Pio XII. Di cosa abbiano parlato non si sa nulla e la figlia Degna ha poi sostenuto che al pontefice Marconi avrebbe espresso i suoi dubbi se rimanere o no in Italia, mentre il deputato laburista inglese George Landsbury che lo aveva incontrato ai primi di luglio afferma che era preoccupato perché temeva che il suo genio scientifico venisse usato per creare strumenti di distruzione. E’ l’ultimo mistero marconiano, il suo cuore cessa di battere il 20 luglio 1937 consegnando l’uomo Marconi alla storia. Quello che la sua avventura umana e professionale ci ha lasciato in eredità non sono tanto i brevetti, le invenzioni o gli strumenti tecnici quanto il concetto di connessione globale, quel “wireless” appunto, che oggi ci accompagna nella nostra quotidianità. 
F.C. 

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